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Oliverio non è Erostrato ma guai ad uccidere la "Speranza" PDF Stampa E-mail
Scritto da G.Aloise   
sabato, 20 agosto 2016 13:41
ImageCriticando l'operato del governo regionale in materia di turismo, il coordinatore regionale di Forza Italia on. Jole Santelli afferma testualmente: «La regressione che conosce la Calabria si scontra con una pervicace assenza autocritica: come Erostrato, Oliverio si prepara a compiere il percorso finale per "bruciare " ogni residua speranza di riscatto economico e sociale».

Proprio in questi giorni recensendo il libro del giornalista Antonio Armano "Sex advisor", Luca Mastrantonio sul Corriere della Sera in un articolo dal titolo "Machiavelli e le case chiuse riaperte sul Web", si è ampiamente soffermato sulla trama del famoso romanzo "Un amore" di Dino Buzzati. L'autore, che propugnava «il riscatto sociale delle sex worker», era tanto legato all'esperienza delle case chiuse che non esitò a paragonare la senatrice Merlin che con la sua legge pose fine al meretricio regolamentato e pubblico, ad Erostrato che diede fuoco alla biblioteca di Alessandria cancellando così un «immenso capitale di cultura, mai più recuperato».
Buzzati commise però un errore: Erostrato non bruciò la Biblioteca di Alessandria ma una delle sette meraviglie del mondo: il Tempio di Artemide di Efeso.
Se questa è la premessa, paragonare Oliverio ad Erostrato mi pare poco convincente e appropriato.
Ed infatti, quando le autorità di Efeso arrestarono Erostrato che confessò di aver appiccato il fuoco al tempio, alla domanda perché avesse commesso quel crimine, rispose che lo aveva fatto per diventare famoso.
Dino Buzzati coglie nell'opera della Merlin non tanto l'obiettivo di bonificare un aspetto controverso del meretricio, ma la voglia ed il desiderio di sopravvivere, con la distruzione delle case chiuse, nella memoria dei posteri, appunto come Erostrato che, condannato a morte per il crimine commesso, ricevette dagli Efesi una pena aggiuntiva: il divieto di ricordare il suo nome!
E Sartre nel suo racconto dedicato ad Erostrato fa dire al protagonista : «Erano più di duemila anni che era morto e il suo gesto brillava ancora, come un diamante nero».
Buzzati, sorretto da una sua particolare sensibilità, interpreta il significato del mito di Erostrato o dell'erostratismo collegandolo alla furia distruttrice della Merlin.
Non mi pare che nell'azione del governo regionale ci siano sussulti riconducibili al mito di Erostrato né è possibile ipotizzare che il presidente della Giunta voglia sopravvivere nella memoria dei posteri bruciando, con piena consapevolezza, le speranze di riscatto economico e sociale dei calabresi.
Il discorso a questo punto si farebbe ancor più complicato perché la Speranza è ormai legata alla predicazione di Papa Francesco!
Uccidere o rubare la Speranza che evoca papa Francesco, questo sì sarebbe un gesto che potrebbe scomodare Erostrato.

Giuseppe Aloise

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