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In ricordo del Concilio Vaticano II PDF Stampa E-mail
Scritto da F. Garofalo   
mercoledì, 03 ottobre 2012 19:01

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Papa Giovanni in una disegno da "La domenica del Corriere"
Per ricordare il 50° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, come nel 1962  la sera del prossimo 11 ottobre idealmente saremo chiamati a ritrovarci insieme all’Azione Cattolica Nazionale in Piazza San Pietro alla fiaccolata organizzata per far memoria di quell’importante evento  -  Correva l’anno 1962. Papa Giovanni XXIII improvvisò il famoso “discorso sulla luna”. Quella sera, contrariamente alle previsioni di quanti avevano pensato che le parole di rinnovamento e di pace disorientassero i fedeli, Roma si accende in una memorabile fiaccolata: più di 500.000 persone, secondo calcoli approssimativi, si riuniscono in Piazza San Pietro per inneggiare al Concilio. E il Papa è lì, puntuale come sempre, con le sue commoventi parole: “Cari figlioli, cari fedeli… Sento la vostra voce!... Si direbbe che perfino la luna si è affrettata stasera. Guardate la luna,  figlioli, osservatela in alto a guardare questo spettacolo. Figlioli, la mia persona non conta niente, è un fratello diventato padre per volontà del Signore. Continuiamo a volerci bene. Guardiamoci così, nell’incontro, per cogliere quello che unisce, tralasciando quello che ci divide… E’ ora, figlioli, vi do la mia benedizione… E tornando a casa troverete i bambini. Allora date loro una carezza e dite: questa è la carezza del Papa”.

Una serata indimenticabile in cui si ritrovarono tanta gente semplice, i papà, le mamme, gli anziani, i giovani, stringendosi attorno al Papa per dire al mondo la gioia dei credenti per quello che stava accadendo.Oggi, come allora, la fiaccolata si muoverà da Castel Sant’Angelo per raggiungere Piazza San Pietro dove ci saranno momenti di preghiera, canti e testimonianze. Molto attesa ovviamente è quella dell’Arcivescovo Loris Capovilla, già segretario del beato Giovanni XXIII. Subito dopo il saluto ai presenti da parte di Papa Benedetto XVI. E questo mentre tocchiamo tutti con mano quanto sia difficile, oggi, la condizione di tante persone, con la crisi, la mancanza di lavoro, la difficoltà che viviamo. Oggi bisogna lanciare messaggi di fiducia e di speranza.

L’insegnamento di Benedetto XVI ci indica come l’Europa stia vivendo anche una crisi di fede dentro la quale un gaio nichilismo ha sostituito i grandi orizzonti della religione. Questo richiamo ci deve far prendere piena consapevolezza di questa crisi, allargando lo sguardo al mondo intero e metterci in ascolto della Parola di Dio, da un lato, e della condizione umana dall’altro, per offrire il nostro contributo per la crescita di una umanità nella giustizia e della pace.

La crisi dunque come opportunità per fare un salto di qualità morale e sociale facendo tesoro del grande e provvidenziale messaggio del Vaticano II. Lo spirito ecumenico a distanza di cinquant’anni, inoltre, ci sollecita ad andare avanti seguendo gli ammonimenti di Papa Giovanni XXIII che esortava la Chiesa alla sollecitudine per i poveri e gli sfrattati dei paesi in via di sviluppo e che indicava inoltre la giusta interpretazione del concetto di “giustizia sociale” come partecipazione di tutti gli uomini al benessere conseguito dalla società moderna: Papa Giovanni non aveva dimenticato l’insegnamento del suo grande maestro Radini-Tedeschi  quando severamente ammoniva: “La prudenza non vuol dire far nulla. Prudenza vuol dire agire e agire bene”, non aveva dimenticato che la sua retta coscienza di giovane prete bergamasco si era accesa per la prima volta sulle pagine della Rerum Novarum di Leone XIII.

Il mondo, svegliandosi la mattina dell’11 ottobre del 1962, si accorse che la storia aveva voltato pagina.

Francesco Garofalo

Presidente Centro Studi “Giorgio La Pira”

Cassano All’Ionio

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