Ricerca sulla devianza giovanile. Interviene un genitore |
![]() |
![]() |
![]() |
Scritto da administrator | |
venerdì, 07 febbraio 2025 08:39 | |
![]() Quando una persona sta affrontando problemi di salute mentale, può avere difficoltà a gestire le proprie emozioni e relazioni, il che può portare a conflitti. È importante che i giovani, così come le persone che li circondano, siano consapevoli di queste dinamiche e cerchino di comunicare apertamente e con empatia. Registriamo numerosi casi di violenza in famiglia nei confronti dei genitori, dei nonni, degli adulti. Perché? -La violenza in famiglia e nelle relazioni -commenta Antonio Selvaggi- è un problema serio e complesso che può avere conseguenze devastanti per tutte le persone coinvolte. È preoccupante vedere come, in alcune situazioni, le tensioni familiari o le rotture amorose possano sfociare in comportamenti violenti. Questo può derivare da una serie di fattori, tra cui stress, difficoltà emotive, modelli di comportamento appresi e mancanza di strumenti per gestire le emozioni in modo sano. La violenza non è mai una soluzione e può avere effetti a lungo termine sulla salute mentale e fisica delle vittime. È importante promuovere la comunicazione aperta, l'empatia e il supporto tra le persone, oltre a incoraggiare chiunque si trovi in situazioni di violenza a cercare aiuto. Da un lato, la famiglia gioca un ruolo cruciale nella formazione delle relazioni. I modelli di comportamento appresi in famiglia, le aspettative e le dinamiche relazionali possono influenzare il modo in cui una persona si relaziona con il proprio partner. Se un giovane cresce in un ambiente in cui ci sono conflitti o modelli di comunicazione poco sani, potrebbe riprodurre questi comportamenti nelle proprie relazioni.- Verso quale futuro vanno i giovani: essi non riescono a inserirsi nella società contemporanea: quali le cause? Le agenzie educative sono forse inadeguate? I rapporti interpersonali con i coetanei, i genitori, i docenti, le persone adulte sono sempre più difficili: Perché? -La relazione tra comunità scolastica, familiare e sociale è cruciale nella formazione di un individuo. La comunità scolastica, composta da insegnanti, compagni e personale, offre un contesto in cui i giovani possono interagire e apprendere da diverse esperienze. La famiglia, d'altra parte, è il primo ambiente in cui si formano le basi emotive e morali di una persona. Infine, il contesto sociale e professionale fornisce opportunità di apprendimento e crescita che possono influenzare le scelte future. Se genitori e docenti faticano a comunicare con i giovani, ci sono diverse strategie che possono essere adottate prima di considerare l'intervento di uno psicoterapeuta. È importante cercare di migliorare il dialogo attraverso l'ascolto attivo, la comprensione e la creazione di un ambiente di fiducia. A volte, semplici cambiamenti nella comunicazione possono fare una grande differenza. La cosa fondamentale è sempre mettere al primo posto il benessere del giovane e cercare le soluzioni più adatte alla situazione. - Genitori e docenti, non riuscendo a portare avanti un dialogo adeguato con i giovani, devono a tutti i costi ricorrere a psicologi, psicoterapeuti e psichiatri? -La pandemia e le lezioni a distanza hanno avuto un impatto significativo sulla salute mentale e sul benessere psicologico di molti giovani. La lontananza fisica dai compagni di classe e dai docenti ha portato a sentimenti di isolamento, ansia e stress. Molti studenti hanno sperimentato difficoltà nel mantenere la motivazione e la concentrazione durante le lezioni online, e la mancanza di interazioni sociali dirette ha reso più difficile sviluppare competenze relazionali. Inoltre, la pandemia ha aumentato l'incertezza e la preoccupazione per il futuro, contribuendo a disturbi come la depressione e l'ansia. La comunicazione e il supporto psicologico possono fare una grande differenza nel loro percorso di recupero e adattamento. La lontananza fisica ha contribuito ad ampliare e talvolta corrodere le relazioni comportamentali. Non solo i giovani studenti ma anche i rapporti tra gli adulti hanno avuto delle difficoltà, quindi l’isolamento sociale è una concausa. -
La lontananza fisica, la vita sociale ridotta, la libertà dei movimenti fra i coetanei sta alla base di tale frammentazione sociale e familiare? -Le cause di disgregazione sociale e di rancore nei confronti degli adulti, come docenti e familiari, sono complesse e multifattoriali. Sebbene il supporto di psicologi e psicoterapeuti possa essere molto utile per affrontare e risolvere questi sentimenti, non è l'unica soluzione. È importante considerare che la responsabilità di affrontare queste problematiche è condivisa da diverse agenzie educative e dalla comunità nel suo complesso. Le agenzie educative, come scuole, associazioni giovanili e gruppi di supporto, hanno un ruolo cruciale nel promuovere la comunicazione, l'empatia e la comprensione tra le generazioni. Queste istituzioni possono lavorare per creare spazi di dialogo e confronto, facilitando la costruzione di relazioni più positive e costruttive. E’fondamentale che le famiglie e le scuole collaborino attivamente per affrontare le difficoltà e promuovere un ambiente di supporto. La formazione continua per docenti e genitori, insieme a iniziative comunitarie, può contribuire a migliorare le dinamiche relazionali e a ridurre il rancore. -I giovani possono imitare comportamenti violenti che osservano nei media, nelle loro famiglie o nei loro ambienti sociali. Se crescono in contesti in cui la violenza è normalizzata, potrebbero considerarla un modo accettabile di risolvere i conflitti. I gruppi di pari possono esercitare una forte influenza. I giovani possono sentirsi spinti a conformarsi a norme di comportamento che incoraggiano l'aggressività o la dominanza, specialmente nei confronti di coetanei di sesso opposto. Molti giovani non hanno ancora sviluppato le competenze necessarie per esprimere i propri sentimenti in modo sano. Questo può portare a frustrazione e, in alcuni casi, a comportamenti aggressivi come forma di espressione. Alcuni giovani possono agire in modo violento per compensare insicurezze personali o per cercare di affermare il proprio potere e controllo sugli altri. Anche i fattori ambientali influiscono su situazioni di stress, come problemi familiari, difficoltà scolastiche o esperienze traumatiche, possono influenzare il comportamento dei giovani, portandoli a esprimere la loro sofferenza attraverso l'aggressività.- -La violenza sessuale e gli atti di aggressione sono purtroppo temi complessi e delicati, radicati in vari fattori sociali, psicologici e culturali. È importante considerare che tali atti di violenza non rappresentano il comportamento di tutti i giovani, ma sono segni di gravi problemi e devianze. La rappresentazione della violenza nei media e nella cultura popolare può desensibilizzare le persone e normalizzare comportamenti aggressivi. L’isolamento interpersonale e l’andamento delle innovazioni tecnologiche comportano sfide ogni giorno diverse e complicate, così da mettere in difficoltà i giovani nel rapportarsi con il mondo che li circonda e che loro stessi forgiano, ma anche noi “adulti” nel gestire, nel comprendere, nell’ascoltare le richiese che ci vengono fatte. Dosare sapientemente ciò che una volta era “il bastone e la carota” e dover sopperire alle mancanze con la sapienza che il passato ci ha donato riversando per quel che riteniamo utile e possibile in quota parte sui nostri figli- In conclusione giova rammentare che, fra vari genitori invitati a partecipare alla ricerca sulla devianza giovanile, molti hanno rifiutato adducendo futili motivi di “opportunità”. L’unico genitore “coraggioso” è stato Antonio Selvaggi. IL SERVIZIO STAMPA E COMUNICAZIONE CRESESM |
< Precedente | Prossimo > |
---|