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Dai contadini italiani del Foro Contadino a tutti i cittadini PDF Stampa E-mail
Scritto da Administrator   
giovedì, 12 aprile 2007 10:56

Basta
Basta
Si parla e si scrive spesso di  allergie di ogni tipo che ormai assillano il genere umano, bambini, ragazzi, adulti e anche anziani sono colpiti improvvisamente da forme allergiche la cui causa è spesso l’alimentazione. Coloranti, conservanti e additivi vari che oggi sono presenti in una miriade di prodotti distribuiti attraverso le grandi organizzazioni commerciali, considerati innocui, possono invece agire sulle nostre difese naturali e provocare allergie di ogni tipo. I più anziani ricordano che 30, 40 anni fa di allergie non se ne parlava, se ne conoscevano pochissimi casi, un motivo ci dev’essere stato. Sicuramente i cibi più genuini di un tempo permettevano un’alimentazione forse più povera e ridotta all’essenziale, ma sicuramente più sana. I contadini che raccoglievano lo stallatico per concimare gli orti non ci sono più o sono molto rari, certo nessuno pensa di ritornare alle origini, però bisognerebbe fare un po’ di maggiore attenzione nella scelta delle coltivazioni e soprattutto di come realizzarle. Vi propongo la lettura dell’appello che il Foro Contadino ha lanciato qualche tempo fa proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica del cibo visto non come una semplice merce da produrre su basi industriali ma come un prodotto naturale e biologico necessario alla sopravvivenza umana.
(Tonino Cavallaro) 

Dai contadini italiani del Foro Contadino a tutti i cittadini
IL CIBO NON E’ UNA MERCE
Dal lavoro della terra, per un altro mondo in costruzione.

E’ interesse di tutti i cittadini avere un sistema agricolo che produca cibo sicuro, valorizzi il territorio, riproduca le risorse e sia diversificato, vitale e pieno di donne ed uomini al lavoro.

Per questo è indispensabile un’alternativa al modello agricolo che si cerca di imporre a livello planetario, basato sulla furia produttivista e che ci consegna insicurezza alimentare, fame nel mondo, desertificazione o impoverimento di interi territori. Il cibo non è una merce, il lavoro della terra ha una funzione sociale che non può essere regolata dalla semplice competitività d’impresa che vorrebbe un’agricoltura dove il lavoro e la terra non vengono valorizzati.

Nell’interesse di tutti i cittadini, della loro salute, del loro territorio, della giustizia sociale noi vogliamo un’agricoltura con agricoltori, dove prevalga il lavoro sugli investimenti; siamo contro la privatizzazione delle risorse, delle sementi, dell’acqua, siamo contro quanti vorrebbero imporre un gusto unico, omogeneo di un cibo sterile come strumento per rafforzare i monopoli delle multinazionali agroalimentari, siamo contro il tentativo di manipolare la vita e le risorse agricole con le tecniche transgeniche.

Noi vogliamo una agricoltura contadina che abbia una dimensione sociale basata sul lavoro, sulla solidarietà tra produttori e consumatori ma anche tra regioni e contadini del mondo, altrimenti le regioni più ricche e gli agricoltori più forti lederanno il diritto alla vita degli altri, e questa logica non ha futuro.  Per nessuno.

Nella dimensione contadina prevale il lavoro produttivo sulla speculazione finanziaria, sulla rendita improduttiva, sul potere delle concentrazioni commerciali e agroindustriali. La dimensione contadina è garanzia dell’interesse generale di sicurezza degli alimenti, di tutela della salute e di conservazione del territorio perché agricoltori, braccianti e tecnici  vi possono realizzare le giuste condizioni di reddito e di salario senza più inseguire al ribasso lo sfruttamento del lavoro costretti da chi vorrebbe l’agricoltura come semplice reparto all’aperto dell’industria, invece che come occasione decisiva per valorizzare la diversità biologica, culturale e sociale, vera nostra ricchezza.
 
Ogni giorno in Europa chiudono 600 aziende agricole, entro quattro anni 750000 lavoratori agricoli italiani corrono il rischio di scomparire, per le scelte di chi predica la liberalizzazione economica e cerca di imporre un’agricoltura che esaurisce le risorse naturali,  trasformando il cibo in un pericolo per chi lo può comprare ed in un incubo per chi non se lo può permettere restando nella fame, un’agricoltura basata sui monopoli, sul terrore della repressione nei paesi più poveri e su scelte antidemocratiche e antisociali dai costi pesantissimo per la salute, l’ambiente e il lavoro. Per questo ci riconosciamo nel grande movimento internazionale composto da milioni di contadini e braccianti di tutto il mondo che a Seattle, a Genova ed a Porto  Alegre si sta organizzando per rivendicare con forza un’altra agricoltura che non sia governata dalle logiche dell’organizzazione mondiale del commercio (WTO) ma da quelle, ci auguriamo più democratiche, dell’ONU, dove ad ogni paese ed ad ogni popolo venga infine riconosciuto il diritto fondamentale alla sovranità alimentare sottraendo cosi l’agricoltura ed il cibo alle scelte irresponsabili dei sedicenti grandi del mondo. La fame e la povertà sono spesso funzione di scelte distorte per l’agricoltura e sono sempre più evidentemente il facile terreno di cui tenta di approfittare la folle violenza terrorista e la colpevole azione militare di guerra dei governi contro i popoli indifesi. Siamo per un mondo dove la guerra senza se e senza ma sia bandita e dove la pace sia il diritto riconosciuto a tutti di accedere alle risorse, al cibo ed alla salute.

Per questo facciamo appello a tutto il mondo agricolo, alle strutture organizzate ed ai singoli, ai lavoratori della terra dipendenti ed autonomi, ai tecnici, ai lavoratori della filiera agroindustriale di distribuzione perché siano con noi. Per riaprire con tutti i cittadini una nuova stagione di lotte per la terra, il cibo, la democrazia economica e sociale, nell’interesse dei contadini e generale della società.

Foro Contadino – Altragricoltura  www.altragricoltura.org

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